La Banca Mondiale, la palma da olio e le violazioni dei diritti umani in Honduras

Una manifestazione contro l'accaparramento di terra nel Bajo Aguán in Honduras Gli interminabili conflitti per la terra nel Bajo Aguán, Honduras

31 gen 2014

Su richiesta di organizzazioni honduregne e internazionali, l'ufficio del difensore civico della Banca Mondiale (CAO) ha iniziato un'indagine sui finanziamenti elargiti ad una compagnia prodruttrice di olio di palma in Honduras, la società Dinant. I risultati sono stati resi pubblici a fine 2013 e fanno molto discutere.

La società honduregna Dinant appartiene a uno dei magnati più potenti del paese – secondo la stampa locale – e si dedica, tra l'altro, alla produzione di olio di palma su scala industriale e per questo ha accaparrato grandi estensioni di terra che era precedentemente in mano a contadini. L'indagine della Banca Mondiale ha raccolto le denunce relazionate al fatto che questo imprenditore aveva “guidato, facilitato o appoggiato sfollamenti forzati di contadini nella Valle del Aguán” grazie all' ”uso inappropriato di guardie di sicurezza private e pubbliche controllate o influenzate dalla Dinant”.

Nonostante i prestiti che stava concedendo alla citata compagnia, la Corporazione Finanziaria Internazionale IFC della Banca Mondiale avrebbe – a detta dello stesso CAO - “fallito nell'identificare e rispondere in modo appropriato alla situazione della Dinant, nel contesto della situazione politica e di sicurezza in decadenza in Honduras, dopo l'espulsione del presidente Zelaya nel 2009”. Questa mancanza è sorprendente dovuto al “copioso volume di informazioni di pubblico accesso delle quali si disponeva nel momento in cui la IFC si era impegnata in questo investimento”. Inoltre, e sempre secondo il documento del CAO “ la IFC non ha preteso la realizzazione di un'analisi adeguata delle cause dei gravi incidenti che si stavano producendo in relazione al progetto”.

Le organizzazioni sociali e dei diritti umani avevano reso noto che la IFC stava palesemente venendo meno rispetto alle proprie politiche corporative e di sostenibilità, finanziando in modo incomprensibile, con milioni di dollari, un imprenditore coinvolto, secondo innumerevoli fonti, in numerose e gravissime violazioni dei diritti umani. “Tra gennaio del 2010 e maggio del 2013 ci sono stati almeno 102 omicidi di persone affiliate al movimento contadino nel Bajo Aguán, e denunce specifiche che vincolavano 40 di queste morti a aziende agricole della Dinant, alle sue guardie di sicurezza o alla sua società affiliata di servizi di sicurezza”, riporta il rapporto del CAO.

Secondo le indagini del CAO, la banca starebbe dando priorità, in questo modo, all'espansione dell'agrobusiness e così gli interessi economici avrebbero l'assoluta precedenza rispetto alle questioni ambientali e sociali. Riguardo alle procedure, il CAO ha concluso che ci sono state mancanze nell'implementazione delle proprie politiche e procedure della Banca Mondiale in quanto al finanziamento dei suoi progetti e deficienze nella supervisione di questo progetto in momenti critici. Le organizzazioni contadine del Valle del Aguán in Honduras esigono che la Banca Mondiale non finanzi società e progetti che hanno come risultato la monopolizzazione delle risorse naturali e lo sfollamento di comunità locali ed indigene.

Dal canto loro le ONG internazionali, che nonostante le difficoltà legate alla loro sicurezza hanno seguito la situazione, concludono che la IFC stava concedendo il finanziamento di quel progetto in Honduras pur avendo le informazioni sufficienti in relazione ai rischi sociali e ambientali che comportava.

Esigono inoltre che si cancelli qualsiasi credito aggiuntivo alla Dinant, includendo l'importo a venire di 15 milioni diUS$, che si faccia grande eco dei reclami dei contadini che soffrono per i conflitti di terra prolungati, che si implementi un meccanismo di consulta che coinvolga le organizzazioni contadine e correga le evidenti deficienze del sistema attuale, dato che l'analisi degli errori della IFC non contempla questa prospettiva di inclusione.

Nel 2011, il gigante energetico francese EDF e la banca pubblica tedesca furono più coerenti nell'affermare di non voler più partecipare a progetti di palma da olio della stessa società honduregna, eliminando i crediti concessi.

Il CAO della Banca Mondiale conclude di aver identificato errori sistematici che impongono all'istituzione di fare una profonda analisi delle sue strutture che ne rendono imprescindibile la modifica. Però, le organizzazioni sociali e ambientali come Salviamo la Foresta vanno oltre il “mettere in discussione profondamente questo sistema, basato sul macroeconomico, che favorisce i grandi progetti che concentrano le risorse e il denaro nelle mani di grandi impresari e proprietari di terre a discapito dei modi di vita contadina e di dimensioni locali”. Non bisogna dimenticare che in Honduras ci sono oltre 300.000 famiglie contadine senza terra, e questa è la situazione che ha bisogno di una soluzione da decenni.

Articoli relazionati (in spagnolo):

Honduras: Banca Mondiale, paramilitarismo e palma africana

La Banca Mondiale rivede un accordo con una società sospetta honduregna

La Banca Mondiale si vede obbligata ad ammettere i suoi errori nello scandalo polemico dei diritti umani, Comunicato stampa collettivo della società civile

Altre fonti e informazioni (in inglese e spagnolo):

Rapporto dei Revisori della IFC sulla Società Dinant S.A. Di C.V. Honduras, del 21 dicembre 2013

Risposta della IFC al rapporto dei Revisori della CAO

Il Presidente Kim risponde alle preoccupazioni della società civile sugli investimenti nel settore privato, in relazione all'Honduras

Rapporto critico dei Revisori della Banca Mondiale

Risposta delle organizzazioni sociali e ONG al rapporto del CAO