Glifosato: proibire l’avvelenamento da pesticidi

Una piantagione di soia transgenica © Tiago Fioreze - CC BY-SA 3.0 - Montage RdR
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La licenza europea per l'utilizzo del glifosato scade a giugno. La Commissione Europea tenta il rinnovo per altri 15 anni. Ma, il 7 marzo 2016, la votazione a porte chiuse del Comitato di esperti della UE è andata a vuoto per mancata maggioranza. Decisione rinviata. Chiediamo diffusione per mettere al bando il pesticida.

News e aggior­namenti Lettera

CA: Unione Europea e Governi degli Stati Membri

“L’uso del glifosato, erbicida velenoso, si deve proibire ed eliminare dagli alimenti. Non estendete la licenza del glifosato nella UE.”

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Il glifosato è il principio attivo di erbicidi come il Roundup della Monsanto ed è l’erbicida più venduto al mondo. Sempre più glifosato avvelena l'ambiente ed il nostro cibo. Non solo sono state trovate tracce della sostanza nei terreni agricoli, ma anche nell’ acqua e in alimenti come il latte materno, la farina, il pane; persino nella la birra, la Germania lo ha reso noto recentemente; ed è stato anche trovato nel sangue e nelle urine umane.

L'anno scorso, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha classificato il glifosato come mutageno e probabile cancerogeno per l'uomo. Intanto, l'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare EFSA della UE ha abbassato questa classificazione a "improbabile".

Francia, Paesi Bassi, Svezia e Italia si oppongono alla relazione di EFSA che, per altro, si basa su sei rapporti finanziati del settore industriale che non sono stati pubblicati per intero, pertanto, voteranno contro il glifosato.

Allo stesso modo la pensano centinaia di esponenti della comunità scientifica che hanno richiesto la rettifica immediata della decisione di EFSA. Non è una posizione credibile, dicono gli esperti.

Nonostante tutte le avvertenze, la Commissione Europea vuole consentire l'uso del glifosato per altri 15 anni, fino al 2031 (vedi bozza e allegato in inglese). Siccome il 7 marzo 2016, nel corso di una votazione segreta del Comitato di esperti, l'Unione europea ha fatto un passo indietro per il mancato raggiungimento della maggioranza, la decisione è stata rinviata al 18 maggio 2016.

 

Possiamo ancora fermare l'uso del glifosato nella UE. Per questo, vi chiediamo di firmare la nostra petizione.

Infor­mazioni

Per autorizzare un prodotto fitosanitario, l'Unione Europea esige che venga "garantito l’uso corretto per le finalità espresse dall’etichetta". Ma una volta venduti, chiunque ha accesso a questi prodotti, e la verità è che vengono sempre più diffusi con la fumigazione senza alcun controllo, non solo in agricoltura, ma anche in parchi, giardini o fossati lungo la strada. Nostro malgrado, aumenta il contatto con questa sostanza.

L'approvazione del documento presentato dalla Commissione Europea dipende da una maggioranza qualificata in seno al Comitato di esperti responsabile per Piante, Animali, Alimenti e Mangimi. Almeno il 55 per cento degli Stati Membri che rappresentano oltre il 65 per cento della popolazione europea dovrebbe partecipare al voto a porte chiuse.

Se nella prossima riunione del 18 maggio non si raggiunge la maggioranza qualificata sia per l'estensione della licenza o per la sua sospensione, una commissione d’appello dovrebbe impugnare la decisione.

A giugno 2016 scade la licenza per l'uso del glifosato. L’agricoltura potrebbe sopravvivere tranquillamente senza questo pesticida. Per alcune aziende potrebbe significare una percentuale leggermente inferiore di profitti.

Tra il 12 e 16 ottobre 2016 si terrà a presso La Corte dell'Aja il tribunale contro la Monsanto, durante il quale molte organizzazioni valuteranno in modo indipendente i fatti addebitati a Monsanto e giudicheranno il danno causato da questa multinazionale. La Corte si baserà sui Principi Guida sulle Imprese e i Diritti Umani, adottata dall’ ONU nel 2011.

La lobby della chimica scrive i testi delle leggi

Le multinazionali della chimica non vogliono perdere il business, che vale miliardi di dollari, rappresentato dai prodotti con glifosato. Si stima che in un anno vengono prodotte circa 800.000 tonnellate di glifosato in tutto il mondo. I lobbisti dell'industria stringono la mano ai politici di Bruxelles, Berlino e altre capitali europee. Incidono sulle decisioni politiche con successo. Sull'influenza dei lobbisti delle industrie chimiche in Europa hanno riferito giornalisti riconosciuti come Jordi Ebole (vedi il programma Salvados: El Lobby Feroz).

Invece di applicare il principio di precauzione, le agenzie europee sono gestite in base a valutazioni di rischio determinate da fonti discutibili. Si basano, in particolare, su studi commissionati dagli stessi produttori di pesticidi che in parte non vengono nemmeno pubblicati. Pertanto, i risultati non sono né indipendenti né scientificamente verificabili.

 

Inadeguatezza dei risultati degli studi

Le valutazioni della UE si limitano solo al glifosato come sostanza. I Prodotti provenienti da produttori come la Monsanto, Bayer, BASF, Dow Chemical e Syngenta, tuttavia, contengono anche altre sostanze potenzialmente tossiche per la salute. Le miscele chimiche possono contenere in combinazione altri effetti sulla salute diversi rispetto a quelli del glifosato puro.

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha concluso che il glifosato danneggia il DNA ed è probabilmente cancerogeno.

Una sostanza che viene spesso miscelata con glifosato è la POEA (ammina polietossilato). Questo tensioattivo permette al glifosato di penetrare nei tessuti degli esseri viventi. In relazione al POEA, l'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare EFSA è giunta, tra l’altro, alla conclusione che i dati disponibili non sono sufficienti per effettuare una valutazione del rischio per la salute dell'uomo e degli animali. E è stata studiata, inoltre, solo in parte la sua genotossicità, la tossicità a lungo termine e la sua cancerogenicità, la tossicità per la riproduzione e lo sviluppo e se si tratta di un distruttore endocrino. Nonostante tutta questa approssimazione, l'amministrazione dà il via libera ai prodotti con glifosato.

 

La natura come laboratorio per l'industria chimica

Gli effetti del glifosato in natura rimangono sconosciuti. Ad esempio sulle rane o i rospi che si trovano in aree contaminate con glifosato o sui girini che vivono in stagni e lagune.

Molte piante utili come il mais, la soia o il cotone sono stati geneticamente modificati e sono stati desensibilizzati contro il glifosato. Le piante sopravvivono alla fumigazione di prodotti contenenti glifosato. Solo in Sud America sono stati sottoposti a fumigazione 40 milioni di ettari di terre, una superficie più grande dell’intera Germania, ricoperte da monocolture di soia geneticamente modificata con impatti sulla salute della popolazione, come documentato dai Médicos de Pueblos Fumigados, che non trovano molta diffusione nei media e non vengono ascoltati da troppi politici.

Con l’uso spregiudicato dell’erbicida tutto il verde viene eliminato nell’ agricoltura industriale prima della semina. La biodiversità diminuisce sempre di più. E ancora peggio: anche le colture di cereali vengono spruzzate con il glifosato una settimana prima del raccolto perché si asciughino e si conservino più a lungo una volta immagazzinate. Così, il cibo è a contatto diretto con il veleno, inevitabilmente. E lo stesso vale per le persone che vivono in prossimità di queste coltivazioni.

 

La situazione in Italia

I ministeri delle politiche agricole e quello della salute dell’attuale governo hanno ribadito il loro parere contrario rispetto all’uso della sostanza attiva glifosato nella UE.

La Francia è l’unico paese dei 28 dell’unione europea che ha chiaramente espresso il suo parere contrario rispetto all’ipotesi di proroga per 15 anni per l’uso dell’erbicida nella UE. L’Italia dal canto suo sta lavorando ad un “Piano nazionale glifosato zero”, indipendentemente dalla decisione sulla proroga, o meno, che prenderà la Commissione Europea. Tre sono i punti principali del piano:

  • implementazione della rete di monitoraggio dei residui di glifosato su tutto il territorio nazionale;
  • introduzione di limitazioni al suo impiego nell'ambito dei disciplinari che permettono l'adesione volontaria al sistema di qualità nazionale produzione integrate;
  • definitiva eliminazione del glifosato dai disciplinari di produzione integrata entro l'anno 2020.

Inoltre, il nostro paese entro il 2020 dovrebbe varare un investimento di oltre 2 miliardi di euro per implementare misure agronomiche che riducano l’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura. L’uso dei pesticidi in Italia è in calo, una tendenza che deve continuare ed essere incentivata dal governo e l’industria, per favorire l’uso di prodotti naturali che non rappresentino un pericolo per la salute e per l’ambiente.

Lettera

CA: Unione Europea e Governi degli Stati Membri

Gentili Signore
Egregi Signori:

Sono molto preoccupata -o rispetto all'eventuale estensione, fino al 2031, dell’autorizzazione all'uso del glifosato nella UE da parte della Commissione Europea.

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro IARC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS, in un suo rapporto, ha classificato lo scorso anno il glifosato come mutageno e probabilmente cancerogeno per l'uomo.

Le agenzie europee non condividono questa valutazione. Tuttavia, il glifosato nel frattempo è arrivato nei nostri alimenti, come nel latte, nella farina, nel pane e nella birra.
Invece di proteggere la salute umana adottando misure preventive, l'agenzia alimentare dell'Unione europea EFSA e l'Istituto tedesco per la valutazione del rischio, BfR, proteggono con la loro analisi del rischio soprattutto gli interessi dell'industria e delle aziende chimiche.

Un centinaio di scienziati, tra questi la maggior parte dell’equipe della IARC , hanno sollevato gravi accuse contro il BfR e l'EFSA, rilevando gravi carenze nelle valutazioni, condotte scientificamente inaccettabili e mancanza di dati.

Vi prego di fare il necessario affinchè l'autorizzazione per l’uso del glifosato nell'Unione Europea non venga prolungato.
Vi prego inoltre di riformare le procedure di analisi del rischio seguite dalle autorità statali.

Distinti saluti

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