Salviamo le foreste di montagna per le future generazioni!

Capanna eco turistica di Junín, Intag Contro l'estrazione mineraria, difendendo le foreste per il futuro (© Voluntaria/-o Junín)
151.154 firmatari

L'estrazione mineraria è una seria minaccia per le ultime foreste dell'Ecuador, ad Intag, Imbabura, nel nord del paese. Le aziende minerarie hanno iniziato a esplorare, contaminare e abbattere la riserva forestale nella comunità di Junín. Ed è solo una delle 33 concessioni nella zona. Firma la petizione.

Lettera

CA: Sig. Lenin Moreno Presidente dell'Ecuador; Ministro delle miniere dell'Ecuador

“Sospendete le concessioni per l'estrazione mineraria in Ecuador e avviate un reale processo di consultazione preventiva.”

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Diversi fiumi attraversano Intag, coperta da foreste di montagna uniche nel punto più ricco di biodiversità tra i 36 hotspots del mondo. L'associazione locale Defensa y Conservación Ecológica di Intag DECOIN spiega che oltre ad una rana dichiarata estinta e riscoperta nel 2016, ci sono centinaia di specie vulnerabili come giaguari, orsi dagli occhiali e scimmie ragno.

Intag si trova nella regione di Cotacachi, provincia di Imbabura e le comunità si oppongono ai numerosi progetti minerari che sono in concessione nella zona. La concessione per estrarre rame a cielo aperto, chiamata "Llurimagua", è enorme e interessa soprattutto le comunità di Junín e Chalguayacu. 

Marcia Ramírez, che si oppone al progetto minerario, afferma che "l'esplorazione preliminare sta già generando seri problemi. Questo sarà il futuro dell'area a meno che il governo non riveda i suoi progetti estrattivi, inquinanti e distruttivi. Questa concessione è in capo alla compagnia mineraria statale ecuadoriana ENAMI e della società statale cilena CODELCO.

"Si vedono sempre meno animali, e a volte gli animali non riescono più a abbeverarsi con l'inquinamento che c'è," dice Israel Perez, anche lui contrario alle attività minerarie.

Anche le associazioni produttive locali come quella di Caficultores Río Intag AACRI resistono da oltre 20 anni alle attività minerarie nella zona. Esportano caffè biologico in Europa, in Asia e negli Stati Uniti e affermano che "l'estrazione non è compatibile con il nostro stile di vita, mette a rischio i nostri terreni fertili e le nostre risorse idriche".

Ciò che preoccupa le popolazioni locali sono la distruzione dell'ambiente, l'accesso all'acqua e al cibo, il caos sociale e il futuro delle prossime generazioni, che non trarranno beneficio dall’estrazione mineraria. Firma la petizione per sostenerle.

Infor­mazioni

L’esplorazione mineraria è inquinante in sé

L’estrazione mineraria ha conseguenze negative sulla qualità della vita delle comunità come: la devastazione ambientale, sociale e culturale su larga scala.

Dall'aprile del 2015, le società minerarie hanno iniziato le esplorazioni nella Riserva Comunitaria di Junín. Ad oggi, hanno effettuato circa una dozzina di perforazioni da 1000 a 1500 metri di profondità, prevedendo di realizzare un totale di 90 nuovi progetti di perforazione, all'interno della stessa Riserva comunitaria, per la maggior parte. 

È necessario proteggere le fonti d'acqua

Le conseguenze dell'inquinamento minerario sulle risorse idriche possono essere catastrofiche: per gli ecosistemi idrici e terrestri, per le persone che consumano l'acqua e la usano per lavarsi e il bestiame che la beve.

Si possono già vedere gli impatti sulle acque della zona: le cascate Gemelas e la cascata del Velo de la Novia sono state colpite da smottamenti e inquinamento. La distruzione di cascate, ecosistemi acquatici e l’inquinamento non coincidono con le affermazioni delle aziende responsabili del progetto. Sia ENAMI che CODELCO dichiarano ufficialmente di avvalersi di politiche di gestione ambientale per prendersi cura degli ecosistemi dei territori in cui intervengono.

Una storia di decenni di resistenza alle miniere in Intag

La popolazione delle valli del fiume Intag e del suo affluente Chalguayacu ha una lunga storia di resistenza alla miniera su larga scala. Le multinazionali avvicendatosi -la mineraria giapponese Bishi Metals negli anni '90 e poi la canadese Ascendant Copper nel 2000 - non sono mai state in grado di convincere le popolazioni della zona che la miniera su grande scala fosse un'opzione per il futuro delle comunità. La resistenza pioniera delle comunità alle miniere è stata così determinata che queste compagnie straniere non hanno avuto altra scelta che lasciare il territorio.

Nonostante ciò, la compagnia mineraria statale ENAMI ha ottenuto la concessione nel 2011 e intende sfruttarla con la società statale cilena CODELCO.

La presenza della polizia, le pressioni da parte del governo e le minacce da parte delle aziende sono state tecniche usate dalle compagnie per dividere le persone. Il governo è arrivato per usare la forza e per imporre attività minerarie: ha inviato circa 150 soldati a Junín e bloccato l'intera area. Il presidente della comunità di Junín, Javier Ramírez, ha subito violenza personalmente. Per l’opposizione all'attività mineraria, sono state intentate cause penali contro di lui, è stato arrestato e detenuto per 10 mesi in assenza di una accusa fondata. Javier Ramírez è diventato un simbolo di resistenza. Salviamo la Foresta ha diffuso una petizione internazionale chiedendo la sua liberazione. L'ingiusta criminalizzazione delle persone che si oppongono ai progetti estrattivi è una tendenza in crescita dal 2007.

Sovranità alimentare e turismo

Le popolazioni di Intag vive di agricoltura, allevamento e turismo; non c'è povertà estrema nella zona; le fattorie sono numerose e garantiscono la sovranità alimentare di gran parte del paese, fornendo cibo sano e abbondante. Inoltre, hanno creato molteplici progetti alternativi di vita e di sussistenza.

Molte famiglie di Junín e della zona di Intag puntano su modelli produttivi come l'agricoltura agro-ecologica. L'Associazione dei coltivatori di caffè Rio Intag (AACRI) raggruppa più di 200 famiglie di contadini che producono caffè biologico di alta qualità, che viene esportato in Asia, Europa e Nord America, rafforzando l'economia locale.

Junín e altre comunità circostanti hanno un progetto di ecoturismo comunitario in un luogo di grande ricchezza ecologica, dove arrivano turisti da tutto il mondo. La Riserva Comunitaria di Junin è un'iniziativa locale che è emerso negli ultimi due decenni, da questa comunità che si trova nella parrocchia di Garcia-Moreno, Cotacachi, in provincia di Imbabura.

Riscoperta la rana estinta

A marzo del 2016, due scienziati specializzati in anfibi ecuadoriani sono arrivati ​​a Junín dal Centro Jambatu di Quito per studiare la fauna degli animali rampicanti e di alcuni tipici insetti di Intag. Il primo giorno di escursione hanno trovato una rana molto speciale: Atelopus longirostris. Questa specie è stata dichiarata estinta nella lista IUCN durante una grande estinzione negli anni 80. Junín è attualmente l'unico posto in cui da allora si possono osservare le Atelopus longirostris. Secondo gli scienziati, è urgente stabilire un piano di protezione per l'area, e inutile dire che il progetto non sia compatibile con la miniera su grande scala.

Breve contesto politico

Dopo l'approvazione di una nuova Costituzione, che divenne nota come esemplare a livello internazionale e che ha portato molta speranza in Ecuador nel 2008, il governo di Rafael Correa ha manifestato un interesse inaspettato per i progetti minerari e petroliferi, soprattutto da 5 anni a questa parte.

Gran parte della cittadinanza ecuadoriana critica apertamente il modello estrattivo promosso da Alianza País-il partito al potere- durante gli ultimi anni, che nonostante le liti interne in essere garantisce continuità all'attuale governo.

Il 25 gennaio c'è stata una manifestazione a Quito con persone giunte da tutte le parti dell'Ecuador, contro le oltre 600 concessioni minerarie già concesse, che si trovano nella zona di Intag. Questa mobilitazione ha prodotto un primo risultato: le dimissioni ieri 30 gennaio 2018 del ministro delle miniere, Javier Cordova, per "irregolarità procedurali della dichiarazione delle concessioni minerarie e violazioni delle normative ambientali nelle fasi di esplorazione" , secondo le analisi condivise da coloro che hanno richiesto le sue urgenti dimissioni.

Organizzazioni come CONAIE (delle popolazioni indigene dell'Ecuador) hanno organizzato un'altra marcia di protesta a fine novembre 2017 che ha riunito più di 10.000 persone nella capitale. La mobilitazione sociale attorno al problema delle miniere (e del petrolio) è continua. Le organizzazioni sociali chiedono di applicare veramente la Costituzione del 2008, che promuove il Buen Vivir i Diritti della Natura e delle persone a vivere in un ambiente sano, come stabilito sulla carta, carente però nella sua applicazione.

Nel mese di febbraio 2018 è prevista una consultazione popolare, che tra le altre questioni include l'integrazione di una quesito relativo al settore minerario, che non ha alcun impatto sulle concessioni minerarie distruttive esistenti. 

È ora di fermare i progetti e le concessioni nell'area di Intag, simbolo della resistenza anti-mineraria nel paese, in America Latina e nel mondo da oltre 20 anni!

 

Riferimenti:

Azione recente contro la "festa mineraria" , del 25 gennaio 2018

I membri di una comunità danno la loro testimonianza nelle lettere da INTAG e voci di resistenza 

Risoluzione del Consiglio Municipale di Cotacachi sull'estrazione mineraria nell'area.

Miniere responsabili? Enami-Codelco inquina le cascate di Junín  Equipo de Monitoreo Comunitario de Agua e William Sacher.

Articolo sul quotidiano La Hora dell'Ecuador sul progetto di turismo locale Íntag, un paradiso nascosto a Imbabura 

 

Lettera

CA: Sig. Lenin Moreno Presidente dell'Ecuador; Ministro delle miniere dell'Ecuador

Egregio Signor Presidente Moreno,

Vi scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione per il crescente progresso delle esplorazioni minerarie nell'area di Intag.

Situato nella regione del Choco Andino, l'area di Intag ospita migliaia di ettari di foreste native con biodiversità estremamente elevata e oltre 25 fiumi incontaminati che sono stati preservati dalle comunità per decenni.
Le attività estrattive generano gravi impatti ambientali e sociali in tutto il pianeta, come la devastazione ambientale, la contaminazione delle risorse idriche, lo sfollamento e lo spostamento delle comunità contadine, e altro.

33 concessioni coprono oltre l'80% dei 150.000 ettari dell'area di Intag. Ad esse si oppongono le popolazioni locali da oltre due decenni. Nel 2017, il Ministero delle Miniere ha concesso 80.000 ettari a multinazionali straniere, senza la previa consultazione con le comunità. Crediamo che in questo modo i progetti minerari siano illegali, illegittimi e incostituzionali.

Second gli studi sull'impatto ambientale effettuati a Intag negli anni '90 dall'Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale JICA, l'estrazione su larga scala, che interessa migliaia di ettari di foreste, causerà desertificazione e cambiamenti al clima locale, inquinamento delle acque con metalli pesanti, sfollamento di centinaia di famiglie e altri impatti sociali e ambientali rilevanti.
Il consiglio comunale di Cotacachi ha guidato dal 1997 molteplici azioni politiche e normative sia per difendere il territorio sia per promuovere attività produttive sostenibili, e in una recente risoluzione richiede al governo nazionale di sospendere le concessioni per l'estrazione mineraria nella regione di Cotacachi. Poiché il settore minerario ostacola la proclamazione della provincia come produttore turistico e agricolo, il IV Parlamento di Imbabura include lo stesso requisito nei suoi contributi e osservazioni.

Facciamo appall alla loro sensibilità affinchè analizzino ciò che sta accadendo a Intag e prendano le misure appropriate perchè avvenga un vero processo di consultazione preliminare, facendo prevalere la democrazia e le decisioni che avranno ripercussioni sul futuro. Proteggete queste preziose foreste di montagna uniche per le generazioni future dell'Ecuador e del mondo.

Cordiali saluti,