Contro le piantagioni di palma e caucciù

Protesta di contadini in Camerun Protesta di contadini e contadine: “La Bollorè ci ha rubato le nostre terre e con loro la nostra libertà” (© ReAct)
124.347 firmatari

In Africa e in Asia, i lavoratori presidiano le piantagioni dell’azienda Socfin, accusata di aver rubato la terra per avviare piantagioni di palma. Gli abitanti del luogo esigono che il principale azionista, il gruppo francese Bollorè, rispetti i loro diritti e restituisca le loro terre. Noi li sosteniamo.

Lettera

CA: Consiglio di amministrazione di Socfin e del Gruppo Bollorè

“Rispettate i diritti sulla terra delle contadine e dei contadini del Camerun.”

Leggi tutta la lettera

In Camerun, contadine e contadini hanno presidiato e bloccato le piantagioni della Socfin, una filiale del gruppo Bollorè. La Socfin ha piantato 43.700 ettari di palma da olio e alberi di caucciù. Circa 6.000 persone hanno perso le loro terre  “Ci hanno rubato le nostre terre. Siamo venuti a recuperarle”, dice il contadino Michel Essonga a Dibomari.

La bramosia di terra è impressionante. Nel 2014, la compagnia aveva, in diversi paesi africani, circa 116.000 ettari di terra coltivati con palma da olio, il che comporta un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.

“La popolazione è indignata” dice Emmanuel Elong, presidente della International Alliance of Plantation Communities. I manifestanti sperano in una negoziazione, sebbene temono che la polizia intervenga con la forza in qualsiasi momento.

La Socfin respinge le accuse e definisce le piantagioni come “pioniere del progresso sociale”. Il gruppo multimilionario Bollorè, che conta con il 39 per cento delle azioni in Socfin, ha detto ai contadini di non avere alcuna influenza in merito. Emmanuel Elong percepisce che lo stanno raggirando: “il gruppo Bollorè incassa i dividendi e nega le sue responsabilità”.

In Liberia, Costa d’Avorio e Cambogia, dove la Socfin ha implementato piantagioni, sono sorte svariate proteste. Migliaia di contadini hanno manifestato nelle ultime settimane.

I piccoli agricoltori pretendono dalla  Socfin e dal gruppo Bollorè, i risarcimenti che hanno loro promesso, il rispetto dei loro diritti e la restituzione delle loro terre. Le persone dipendono dalle loro terre. Per favore, appoggiate la loro petizione. 

Infor­mazioni

L’azienda Socfin – Société Finacière des Caoutchouc - ha sede in Lussemburgo. Le sue radici risalgono all’impero coloniale belga nel Congo, della fine del XIX secolo. Da allora, la Socfin ha implementato piantagioni di caucciù e di palma da olio in Africa e Asia. Il presidente della compagnia e azionista di primo piano è il belga Hubert Fabri.

L’azionista di maggioranza è il gruppo multimilionario Bollorè. Il magnate Vincent Bollorè è uno degli uomini più ricchi di Francia ed è integrante del consiglio di amminiztrazione della Socfin. L’azienda gruppo Bollorè è una delle 50 più grandi del mondo e nel 2014 i suoi guadagni sono stati di dieci mila milioni di euro. I suoi investimenti riguardano piantagioni, energia, media e investimenti immobiliari in genere. In Africa il gruppo Bollorè è attivo in 43 paesi ed opera in 13 porti importanti.

 

Lettera

CA: Consiglio di amministrazione di Socfin e del Gruppo Bollorè

Gentili Signore ed Egregi Signori:

In Camerun, Liberia, Costa d’Avorio e Cambogia, le contadine e i contadini protestano e bloccano le piantagioni della Socfin.

Nel solo Camerun, almeno 6.000 persone subisco gli effetti devastanti dell’espansione delle piantagioni della Socfin sulle loro proprietà. Queste persone vedono minacciati i loro diritti sulla terra. Inoltre, a loro avviso non vengono rispettati gli accordi di risarcimento.

Le persone colpite hanno costituito un’alleanza e vogliono aprire un dialogo. Dal momento che i dialoghi precedenti sono stati inefficaci, si riservano il diritto di continuare con le manifestazioni e con il blocco delle piantagioni. Alcune persone temono che le loro proteste pacifiche possano venire contrastate con la violenza.

Questo non deve succedere. Rispettate i diritti delle famiglie contadine sulle loro terre e aprite un dialogo per risolvere i conflitti.

Distinti saluti,