Denunciano estorsioni e frodi legate al progetto Treno Maya

Un bambino seduto sul vecchio binario che si trova sul percorso previsto per il progetto del Treno Maya, in Messico. Un'area prevista per il passaggio del il cosiddetto Treno Maya (© CEMDA)

21 mag 2021

Le autorità degli ejido (proprietà comunali) dello stato di Campeche, in Messico, denunciano estorsioni e violazioni dei diritti umani da parte della società Barrientos y Asoc. incaricata da Fonatur per negoziare il pagamento dei diritti di passaggio del Treno Maya.

Chiediamo anche noi chiarezza e trasparenza per tutti i procedimenti relativi alla realizzazione del cosiddetto progetto del Treno Maya. Queste denunce rivelano uno scandalo inaccettabile.

Di seguito la traduzione del testo della denuncia pubblica:

Denunciano che l'impresa Barrientos y Asociados, contrattata da Fonatur (Fondo Nazionale per la Promozione del Turismo) per negoziare il "pagamento storico" dei diritti di passaggio, avrebbe commesso crimini e violazioni dei diritti umani contro le persone che vivono negli ejidos (proprietà comunali) che si trovano sul tratto numero 1 del percorso del Treno Maya. I residenti, chiedono che la Procura Generale della Repubblica dia seguito alle denunce penali presentate.

Noi, rappresentanti degli ejidos División del Norte e Don Samuel, nel comune di Escárcega, così come dell'ejido Miguel Alemán, nel comune di Candelaria, nello stato di Campeche, abbiamo deciso di denunciare pubblicamente oggi una serie di frodi ed estorsioni, così come la violazione dei diritti umani da parte dell'impresa Barrientos y Asociados, S.A. de C.V., incaricata da Fonatur di portare avanti le trattative per il rilascio dei diritti di passaggio del progetto Treno Maya. 

Il modo di operare è stato sempre lo stesso. Una persona si presenta nelle comunità, identificandosi come il rappresentante legale di Barrientos y Asociados con un atteggiamento amichevole e solidale nei confronti per guadagnare la fiducia dei rappresentanti, e poi ci informa che può aumentare l'importo dell'indennizzo inserendo nell’inventario alberi o installazioni inesistenti. Tutto si doveva svolgere con sollecitudine dato che i lavori del Treno Maya sarebbero presto iniziati. Poi è stata chiesta la nostra autorizzazione. Questa persona - la stessa in tutti i casi - ha redatto un documento in cui è stata concessa l'autorizzazione, nonostante NON contenga la maggioranza delle firme dei rappresentanti dell'Assemblea, e senza aver fornito una copia ai residenti degli ejido. I rappresentanti dei tre ejidos furono convocati da Barrientos y Asociados nel Palazzo Federale di Campeche per la consegna alcuni di assegni - senza specificare a cosa corrispondessero questi pagamenti - per importi molto superiori a quelli concordati. La pretesa avanzata era che alla Barrientos fosse restituita la maggior parte del denaro in contanti da versare sui conti indicati dall'impresa stessa, facendo intendere che questa somma corrispondeva al pagamento di prestazioni professionali e minacciando che, se non avessimo accettato, ci avrebbero denunciato davanti alle assemblee degli ejidos, accusandoci di aver trattenuto la somma in eccesso.  

Si tratta di uno schema sistematico e reiterato da mesi in vari ejidos dello stato di Campeche e anche nello Yucatán dove si sta negoziando il pagamento dei diritti di passaggio per il progetto Treno Maya, e il cui denominatore comune è lo studio legale Barrientos y Asociados, che in tutti i casi si è impegnato in azioni come manipolazione, inganno, omissione di informazioni, ricatto e persino estorsione nei confronti delle autorità degli ejidos.

I rappresentanti dei diversi ejidos hanno presentato denunce penali alla Procura Generale dello Stato di Campeche. Però, la risposta ricevuta è stata un rifiuto categorico da parte della Procura Generale di depositare queste denunce.

Inoltre, segnaliamo che né la Procura Agraria né Fonatur ci hanno accompagnato in questo processo, adducendo come motivazione le restrizioni sanitarie derivate dalla pandemia COVID-19. In ogni caso, però, siamo stati convocati negli uffici della Procura Agraria per firmare l'Accordo di Occupazione Preventiva per Titolo Libero, cosa che abbiamo rifiutato di fare. È importante sottolineare che in tutto questo tempo, i rappresentanti degli ejidos hanno sempre chiesto informazioni sugli impatti del progetto. Però, non abbiamo mai potuto accedere ai documenti con i datim tecnici, giuridici, e ambientali in relazione agli impatti che si genereranno. L’unica cosa che ci hanno dato sono le pressioni affinchè concedessimo l'occupazione temporanea dei territori che a loro interessavano. 

Nel caso dell'ejido Candelaria, vogliamo esprimere che la nostra comunità si trovava già in questo territorio prima della costruzione dei binari, CONTRARIAMENTE a quanto segnalato da Fonatur, UN-Habitat e altre autorità del governo federale. Noi non abbiamo invaso i binari, sono i binari hanno invaso noi. Sono passati più di 70 anni da quando quelle vie sono in funzione e il governo federale non ci ha mai consultato riguardo alle nostre case. Ora, con il Treno Maya, stanno cercando di eliminarci, sostenendo che siamo degli invasori.

A questo proposito, l'anno scorso abbiamo presentato due cause per fermare il progetto. La prima contro il cosiddetto "processo di trasferimento consensuale" attraverso il quale intendono sfollarci, e la seconda contro i binari del treno, perché il treno ad alta velocità rappresenterà un rischio per la nostra sicurezza.. In entrambi i casi, non abbiamo ricevuto una risposta dai tribunali sullo stato delle nostre richieste.

In nome delle nostre comunità, come rappresentanti dell'ejido, chiediamo con la presente garanzie di protezione e sicurezza allo Stato messicano, essendo noi difensori dei diritti umani e ambientali. Temiamo per la nostra sicurezza; la zona in cui ci troviamo geograficamente è una zona con una alta concentrazione di presenza criminale e sappiamo che questo tipo di denunce devono essere presentate, ma sappiamo anche che siamo in pericolo. La situazione di violenza nella zona è aumentata, con aggressioni di vario tipo come minacce, molestie, sparizioni forzate oltre a due esecuzioni  proprio negli ultimi mesi; tutto questo dovrebbe essere oggetto di indagini da parte delle autorità corrispondenti, ma finora, non si sa se le indagini sono state avviate. 

Esigiamo che sia garantito il nostro diritto alla giustizia, dato che sia la Procura Generale che la Procura Generale dello Stato di Campeche hanno ostacolato l’accesso alla giustizia e anche quando le denunce sono state presentate, non c'è stato alcun progresso nelle indagini. 

Come firmatario dell'Accordo regionale sull'accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica e l'accesso alla giustizia in materia ambientale in America Latina e nei Caraibi (Accordo di Escazú), il Messico ha preso un impegno internazionale per "facilitare la piena attuazione dei diritti di accesso alle informazioni, alla partecipazione e alla giustizia in materia ambientale", così come per "fornire un ambiente sicuro per gli individui, i gruppi e le organizzazioni che promuovono e difendono i diritti umani in materia ambientale, affinché possano agire senza subire minacce, restrizioni e insicurezza".

Esigiamo in questo caso che il presidente della Repubblica Andrés Manuel López Obrador agisca a favore della legalità e dello stato di diritto, che fino ad oggi è stato sistematicamente violato. 

Sinceramente, i rappresentanti degli ejidosDivisión del Norte, Miguel Alemán e Don Samuel, nel comune di Escárcega, e Candelaria, Campeche; rappresentanti del Diritto di Strada di Candelaria, Campeche.

Con il sostegno di: Armando Soto Baeza, Mexicanos Unidos; Asamblea de Pueblos Indígenas del Istmo en Defensa de la Tierra y el Territorio (APIIDTT); Asociación Mexicana de Abogados del Pueblo-Guerrero; Centro Comunitario de Canicab; Centro Comunitario U kúuchil k Ch’i’ibalo’on; Centro de Derechos Humanos-Espacios para la Defensa, el Florecimiento y Apoyo Comunitario, A.C.; Centro de Lengua y Cultura Zoque de Chiapas; Centro Mexicano de Derecho Ambiental (CEMDA); CNI-TOTONACAPAN; Colectivo IngeniumMex (Xalapa, Ver); Comité Nacional para la defensa y Conservación de los Chimalapas; Concejo de Mujeres Autónomas (COMA); Consejo Regional Indígena y Popular de Xpujil (CRIPX); Coordinadora Nacional Plan de Ayala Movimiento Nacional (CNPA MN); Desmi, A.C.; Dr. Gilberto López y Rivas, INAH, Morelos; Francisco Ayala, Fundador Huerto Roma Verde; Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y Agua Morelos, Puebla y Tlaxcala (DFPDTA-MPT); Frente Peninsular de Resistencia Popular; Historiador Felipe I. Echenique March, investigador de la DEH-INAH; Ikbalam, Agencia Virtual de Noticias Ambientales; Indignación A.C; Ka Kuxtal Much Meyaj; La Red de Resistencia y Rebeldía Vallarta; León Enrique Ávila; Maderas del Pueblo del Sureste, A.C.; MAIZ; MANOS, A.C., de Siho, Yucatán; Organización Política Partido Comunista de México; POBLADORES OAXACA; Proceso de Articulación de la Sierra de Santa Marta; Red de Ejidos Productores de Servicios Ambientales Ya ax Sot' Ot' Yook'ol Kaab, A.C. (Repseram); Red de Resistencia y Rebeldía, La Otra Tuxtla; Red Digna Rabia Coyoacán; Resiste Civil de Candelaria; Revolución Feminista Acámbaro; Servicios y Asesoría para la Paz, A.C. (Serapaz); Sur Replicante Colectiva Feminista; TZK’AT, Red de Sanadoras Ancestrales del Feminismo Territorial desde Iximulew-Guatemala; U Yich Luum; Ucizoni