99 giorni dopo l'omicidio di Simón Pedro, nostro fratello e compagno

Simón Pedro Pérez López, difensore dei diritti umani assassinato il 5 luglio 2021 in Chiapas, Messico. Giustizia per Simón Pedro (© Abejas de Acteal)

19 ott 2021

Condividiamo il seguente comunicato emesso l'11 ottobre 2021 dall’organizzazione di base Las Abejas de Acteal in seguito all’omicidio di Simón Pedro Pérez López, difensore dei diritti umani assassinato il 5 luglio 2021.

Sorelle e fratelli:

Sono passati 99 giorni dal vile omicidio del nostro compagno e fratello Simón Pedro Pérez López. Denunciamo la negligenza e la mancanza di volontà della Procura Generale dello Stato del Chiapas per indagare e fare giustizia per questo crimine.

È vergognoso che l'avvocato dell'assassino del nostro compagno e fratello Simón Pedro, che ha chiesto l'esumazione del suo corpo per l'autopsia, sostenga che la conseguenza della morte di Simón Pedro sia dovuta ad una malattia di cui soffriva e non ai due colpi di pistola ricevuti alla testa. Inoltre, non crede che il nostro compagno e fratello sia stato un difensore della vita e della Madre Terra, e per questo ha anche chiesto delle prove.

Di fronte a questa circostanza, la famiglia di Simón Pedro e l'organizzazione Las Abejas de Acteal hanno deciso di fornire le prove necessarie e abbiamo acconsentito alla riesumazione nonostante fosse contro la nostra cultura, perché se non si rispettassero questi requisiti, la giustizia del Chiapas lascerebbe libero l'assassino di Simón Pedro, e noi non permetteremo mai che questo accada.

I nostri avvocati del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, A.C., che si occupano del caso, insieme alla famiglia di Simón, hanno presentato la richiesta di esumazione e autopsia di Simón Pedro dal 13 agosto, ma la procedura non è stata realizzata. E non sono state nemmeno raccolte le altre prove esistenti per chiarire i fatti, né è stata seguita una linea d'indagine riguardo al fatto che l'omicidio del nostro compagno e fratello Simón Pedro è avvenuto in ragione del suo lavoro di promozione e difesa della vita e della Madre Terra. Il pretesto addotto dalla Procura dello Stato del Chiapas per non aver fatto progressi nel caso di Simón Pedro è che la sua squadra di lavoro si è ammalata di Covid, cosa a cui non crediamo, perché per esperienza sappiamo che spesso si avvalgono di menzogne per giustificarsi.

La Procura dello Stato del Chiapas deve capire che non stiamo chiedendo un favore, ma che esigiamo che adempia ai suoi obblighi. E che non intraprenda la stessa strada che hanno percorso gli amministratori della giustizia nel caso del massacro di Acteal, ritardando il corso della giustizia per le vittime e i parenti, affinché gli avvocati dei paramilitari avessero la possibilità di trovare il modo di liberare gli assassini dei bambini e delle donne incinte massacrati ad Acteal il 22 dicembre 1997.

Di fronte alla chiara violazione del diritto ad una giustizia efficace, immediata ed imparziale nel caso del vile assassinio di Simón Pedro, chiediamo a tutte le persone di buona volontà di esigere che la Procura de dello Stato del Chipas ed il governo facciano il loro lavoro e non continuino a coprire gli assassini, mentre il Chiapas muore dissanguato per la violenza sofferta ogni giorno.

E se la Procura dello Stato del Chiapas non darà risultati positivi in tempo, non ci fermeremo, finché il crimine di Simón Pedro non sarà trattato in un processo equo e senza simulazioni ulteriori.

Da Acteal, Casa della Memoria e della Speranza.

Cordiali Saluti

La Voz de la Organización Sociedad Civil Las Abejas de Acteal

 

Ulteriori informazioni:

Video: La parola di Simón Pedro, compagno di Las Abejas de Acteal 

Ad Acteal denunciano irregolarità nelle indagini dell'omicidio di Simón Pedro. 

Simón Pedro, il tuo cammino resta con noi