
Gabon: l'alto costo della protezione delle “foreste comunitarie”
I villaggi possono ottenere il riconoscimento ufficiale di “foresta comunitaria” e quindi amministrare i loro diritti forestali. In Gabon, questo raramente diventa realtà. La nostra organizzazione partner Muyissi ha scoperto il motivo: il processo di riconoscimento è eccessivamente complicato e costoso. Di conseguenza, spesso sono le aziende forestali a trarne il maggior vantaggio.
In media, un villaggio deve spendere l'equivalente di 33.000 euro prima che le autorità riconoscano la propria terra tradizionale come “foresta comunitaria”. Si tratta di una somma molto elevata in regioni in cui le comunità rurali devono affrontare opportunità economiche limitate, un alto tasso di disoccupazione e una povertà diffusa. I villaggi sono tenuti a istituire un organo di gestione, mappare e inventariare l'area e preparare un piano di utilizzo del territorio. Nella maggior parte dei casi ciò richiede quattro anni, secondo uno studio dell'organizzazione ambientalista Muyissi, finanziato da Salviamo la Foresta.
“Ottenere una foresta comunitaria è complicato”, osserva Ignanga Mbadinga Béatrice, presidente della foresta comunitaria di Ndendé. La procedura è costosa, comporta rischi finanziari e richiede molto tempo.
Secondo Muyissi, l'obiettivo originale – proteggere più efficacemente le foreste e rafforzare l'indipendenza delle comunità locali, spesso indigene – sta andando perso. La procedura complessa e lunga rischia di far perdere alle comunità l'interesse per il progetto e per la conservazione della foresta.
Lo studio ha anche rilevato che alcuni villaggi si rivolgono alle aziende per ottenere sostegno finanziario, aziende che hanno interessi economici come il disboscamento. «Per questo motivo, le aziende forestali sono le prime a beneficiare dell'introduzione delle foreste comunitarie. Sfruttando la complessità del processo di assegnazione, offrono un sostegno finanziario difficile da rifiutare», scrive Muyissi.
L'organizzazione individua un altro rischio: molte persone nei villaggi responsabili delle foreste comunitarie citano principalmente ragioni economiche e la speranza di trovare un lavoro (66%). Al contrario, solo il 31% menziona la conservazione della foresta. Lo studio rileva inoltre che molte misure di conservazione non vengono attuate in modo sistematico o completo e che la vita quotidiana non è migliorata come previsto.
Muyissi esorta quindi le autorità a semplificare la procedura per il concetto fondamentalmente positivo di «foresta comunitaria». I villaggi dovrebbero essere incoraggiati a formare collettivi. La società civile deve sostenere la popolazione locale in questo processo, ad esempio attraverso l'educazione ambientale.
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