La fame di materie prime delle auto elettriche

Miniera di Nichel in Indonesia Estrazione di nichel della compagnia mineraria brasiliana Vale sull'isola di Sulawesi in Indonesia (© KAISARMUDA/shutterstock.com) Raffineria di bauxite nella foresta pluviale amazzonica La foresta pluviale amazzonica sprofonda nelle lagune di fango rosso tossico della raffineria di bauxite Alunorte del gruppo norvegese Norsk Hydro (© Pedrosa Neto/Amazonia Real) Materie prime per auto elettriche - mappa del mondo Materie prime per auto elettriche - mappa del mondo (© Rettet den Regenwald e.V. - CC BY-NC-ND 4.0) Materie prime per auto elettriche Tesla - grafica Materie prime per auto elettriche Tesla - grafica (© Rettet den Regenwald e.V. - CC BY-NC-ND 4.0)

23 ago 2021

Non c'è dubbio che le auto con motore a combustione devono essere eliminate rapidamente. Le auto elettriche causano meno emissioni di CO2, ma per produrle si consuma una notevole quantità di materie prime. Le auto elettriche non risolveranno da sole l’impatto nocivo del trasporto individuale. Senza un vero cambiamento delle abitudini nei trasporti, non avremo una mobilità rispettosa del clima.

Per il patron della Tesla, Elon Musk, i politici stanno cercando tutti i pretesti per fermare i suoi progetti di mobilità elettrica. Ma è proprio così?

In soli due anni, l’azienda statunitense Tesla vuole costruire una gigafactory (i.e. fabbrica di notevoli dimensioni) nel Brandeburgo. Presto, le auto elettriche e le loro batterie agli ioni di litio usciranno dalla catena di montaggio della grande fabbrica in territorio tedesco - mezzo milione all'anno nella prima fase di espansione. La voce, le proteste e le denunce dei residenti locali e delle organizzazioni ambientali sono state messe da parte dai politici tedeschi e dalle autorità locali. Tesla ha comprato 300 ettari di terreno nel mezzo di una zona di protezione di acqua potabile– senza rispettare le solite scadenze e procedure. L’approvazione finale è ad oggi ancora in sospeso, da quando a dicembre del 2020 il tribunale amministrativo di Frankfurt am Oder ha deciso di bloccare temporaneamente ulteriori disboscamenti di 82,9 ettari per l'ampliamento dell'impianto di Tesla nel Brandeburgo.

"Il 2020 passerà alla storia in Europa come l'anno dell'auto elettrica", ha annunciato il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič a Bruxelles. Con un milione di auto elettriche registrate, il loro numero è raddoppiato. Quest'anno, le vendite di auto elettriche o e-car, nella UE dovrebbero superare quelle della Cina.

La politica di protezione del clima è la causa del boom

Daimler-Benz e il gruppo Volkswagen con VW, Audi, Porsche, Skoda riportano profitti record valutabili in miliardi di euro per il 2020. In Germania, i bonus di acquisto e le agevolazioni fiscali per le auto elettriche hanno avuto un impatto assai positivo tanto che nel 2020 le nuove immatricolazioni  sono aumentate del 13%. La trasformazione dell'industria automobilistica europea è un'alta priorità per il governo tedesco e la UE, tanto che dovrebbe essere il settore di punta  che guiderà la ripresa economica dopo la pandemia di Covid-19. La UE sta investendo 20 miliardi di euro in 70 progetti per implementare una produzione indipendente di batterie ricaricabili in 12 stati membri. Entro il 2025, la UE ambisce a produrre ogni anno batterie ricaricabili agli ioni di litio per almeno 7 milioni di auto elettriche, e allo stesso tempo vuole immettere sulle strade 30 milioni di auto elettriche entro il 2030. "Allora saremo il secondo più grande produttore di batterie ricaricabili al mondo dopo la Cina", ha affermato Šefčovič.

C’è però un rovescio della medaglia: secondo il Fraunhofer Institute, le auto elettriche sono particolarmente energivore e ad alta intensità di consumo di materie prime. Non solo richiedono molto acciaio, alluminio e rame, ma anche altre materie prime per le batterie agli ioni di litio e i magneti dei motori elettrici. Attualmente, una delle batterie NMC di 60 kWh contiene circa 30 kg di nichel, 10 kg di manganese, 8 kg di cobalto, 50 kg di grafite e 6 kg di litio.

 

Tutte le materie prime devono essere importate quasi totalmente da oltreoceano. Una corsa globale per accedere ai depositi di materie prime è già in pieno svolgimento. Migliaia di nuove miniere e impianti di lavorazione e trasporto devono essere costruiti per soddisfare la proliferazione della domanda.

 

 

Bilancio della produzione di CO2 delle auto elettriche

Il 20% delle nostre emissioni di CO2 provengono dai trasporti, il 28% dall'industria. Le auto elettriche aiutano a ridurre le emissioni di CO2 dal traffico stradale, ma non sono affatto neutrali in termini di CO2. L'estrazione mineraria rappresenta fino all'11% del consumo globale di energia e la produzione di auto elettriche è estremamente energivora. Decisivi in questo senso sono: la quantità di energia utilizzata per produrre le auto elettriche, le relative materie prime necessarie e le fonti dalle quali proviene l'energia elettrica utilizzata per farle viaggiare.

Attualmente, secondo l'Agenzia Federale dell'Ambiente, l’ elettricità in Germania è composta dal 45% di fonti rinnovabili e dal 55% di fonti fossili. Oltre alle prestazioni di guida e alla velocità, il peso di un'auto elettrica è decisivo per stabilire la sua impronta di carbonio.

Secondo l'ADAC EcoTest, una piccola auto come la VW e-Up (1,2 tonnellate di peso a vuoto) produce 92 g di CO2 al chilometro con il mix di energia elettrica tedesca. Un’auto elettrica che viaggia da Berlino ad Amburgo (289 km) e ritorno rilascia, quindi, 51 kg di CO2. Usando lo stesso mix elettrico, una Tesla Model S P90D (2,3 tonnellate di peso a vuoto) emette 139g di CO2 al chilometro. Nel viaggio da Berlino ad Amburgo e ritorno rilascia 76 kg di CO2. 

Nichel dall'Indonesia

"Ovunque siate nel mondo, per favore, estraete più nichel". Così, lanciando questo appello, l'anno scorso, Elon Musk si è rivolto  all'industria mineraria. Il governo indonesiano è stato felice di soddisfare la richiesta; dopo tutto, il paese ha un quarto dei depositi mondiali di nichel. Si trovano principalmente a Sulawesi e nelle Molucche.

Dal gennaio 2020, l'Indonesia ha vietato l'esportazione di minerali di nichel per organizzare la propria industria. Ora, una zona speciale per l'industria del nichel con raffinerie e l'infrastruttura corrispondente è in costruzione a Morowali nel Sulawesi. Più di 30 impianti per la produzione di acciaio al nichel, di nichel per batterie e fabbriche di batterie proprie sono in costruzione o in progettazione. "Le foreste di mangrovie sono sparite, i campi distrutti e continuiamo a soffrire per le frane e le terribili inondazioni", dice Taufik dell'organizzazione Jatam, partner locale di Salviamo la Foresta, a proposito della prima fonderia di nichel, in produzione dal 2017. "Il mare è giallo scuro per i metri di fango depositati", aggiunge. "Non prendiamo quasi più pesci, cozze e granchi non sono spariti". Morowali è famosa per la sua ricca fauna marina. la riserva naturale di Morowali è stupenda, con il suo tarsio (primate di piccolissime dimensioni, 10 – 15 centimetri), bucero (detto anche calao rinoceronte, uccello con un lungo becco giallo sormontato da una sorta di casco rosso) e anoa (bufalo nano). Tutte specie che esistono solo in queste zone e che testimoniano l'unicità della natura di Sulawesi. In futuro, i rifiuti metallici acidi della miniera saranno scaricati nel mare aperto, poiché Sulawesi è una zona sismica. Il boom della mobilità elettrica è appena iniziato, ma una cosa è ormai evidente: il nichel per le auto elettriche significa deforestazione per le foreste pluviali, distruzione degli habitat marini e un incubo per le popolazioni della regione. 

Sfollati per l'estrazione della bauxite 

Nella foresta pluviale della Guinea in Africa occidentale, le popolazioni locali e la natura stanno già soffrendo per la fame di materie prime dell’occidente. Per esempio, le importazioni di bauxite - annoverata nell’elenco delle matrie prime critiche, per l’elevato rischio di approviggionamento,  per il 2020 nella Unione Europea (UE) - per gli approvigionamenti dei paesi UE per la produzione di alluminio e quindi anche per l’Italia, provengono proprio dalla Guinea (64 %), seguita dalla Grecia (12 %), il Brasile (10 %) e la Francia (1 %),  Due terzi della Guinea, uno dei paesi più poveri del mondo, è già suddiviso in concessioni minerarie. Il paese ha i più grandi depositi di bauxite del mondo, ma anche quantità significative di minerale di ferro. Per assicurarsi l’ approvvigionamento del minerale raro, di recente il governo Tedesco, ha assicurato l'espansione di una miniera di bauxite a Sangarédi offrendo una garanzia di prestito di 293 milioni di euro per lo sviluppo del progetto.

 

 

Nella concessione di 690 chilometri quadrati - più di due volte superiore alla superficie della città di Monaco di Baviera – le popolazioni di 13 villaggi sono state danneggiate. Alcuni, circa 500 abitanti, hanno dovuto già lasciare le loro case nel mezzo della pandemia. L'enorme miniera a cielo aperto sta anche distruggendo la foresta vergine e l'habitat degli scimpanzé e degli uistitì rossi  https://imieianimali.it/uistiti-caratteristiche-habitat/  (piccolissimi primati) in via di estinzione, oltre a migliaia di altre specie animali e vegetali. "L'impatto ambientale è enorme: l'acqua è inquinata, i ruscelli si stanno prosciugando, l'aria è contaminata, gli alberi sono colpiti, non producono più frutti come prima", spiega un giovane che vive nei pressi della zona mineraria.

Ora i piccoli agricoltori vivono in un insediamento costruito in modo approssimativo sul sito minerario già sfruttato. Senza futuro, perché l'agricoltura non può essere praticata sui resti contaminati e sterili della miniera di bauxite. Sono anni che aspettano un risarcimento per la terra e le fonti d'acqua perdute. "L'attività mineraria, finora, non ha servito gli interessi dei cittadini della Guinea", si lamenta il direttore delle relazioni sociali del Ministero delle Miniere. "In Guinea, abbiamo molta ricchezza nel sottosuolo, ma il paese è rimasto povero".

Affidarsi unilateralmente alla mobilità elettrica non è una svolta nei trasporti. Non risolverà i problemi del sempre crescente traffico individuale. Ci sono 1,2 miliardi di autovetture nel mondo, in Italia a fine 2019 ne avevamo 52 milioni. Rispetto alla stessa (autovetture con 39 milioni sono auto, seguite da 7 milioni circa di motocicli e da 6 milioni circa di veicoli commerciali e industriali). Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, saranno 2 miliardi entro il 2050. L'aumento del traffico occupa sempre più spazio e causa enormi danni ambientali.

Sarebbe così bello se le auto elettriche da sole fossero la soluzione. Ma solo riducendo il numero dei trasporti individuali la nostra mobilità diventerà veramente rispettosa del clima. Non c’è più tempo per gli indugi, dobbiamo agire ora!.