Insieme per fermare il mercato dell'olio di palma

Manifestanti contro la bioraffineria  dell' ENI a Venezia Earth Riot, Salviamo la Foresta, Zeroenergy Veneto e Antispecisti Pratesi insieme a Marghera (© Earth Riot)

1 apr 2014

“Stop olio di palma”, “L'olio di palma distrugge le foreste”, “L'olio di palma non è bio nè sostenibile”. Con l'esposizione di questi messaggi organizzazioni come Salviamo la Foresta, Zeroenergy Veneto e Antispecisti Pratesi hanno partecipato alla prima manifestazione italiana contro il mercato dell'olio di palma convocata da Earth Riot (Convivenza Pacifica). Insieme hanno espresso la loro solidarietà con le comunità di Indonesia e Malesia, che stanno subendo le gravi conseguenze dell'espansione delle monocolture di palma da olio.

Il 29 marzo a Marghera (VE) si è svolto un presidio informativo, in un giorno di mercato nella piazza nella quale si trova la sede della municipalità. In molti si sono fermati, interessati, per conoscere le ragioni della manifestazione e della protesta pacifica contro gli agrocombustibili e la raffineria “verde” del vicino stabilimento dell' ENI . Salviamo la Foresta ha presentato una petizione contro la raffineria verde che non ha nulla di ecologico, ed ha raccolto oltre 100.000 firme da tutto il mondo.

La manifestazione è stata un'occasione per informare sugli effetti devastanti della deforestazione per fare spazio alle piantagioni di palma da olio. In particolare in Indonesia e Malesia da dove proviene il 90% dell'olio di palma che rifornisce il mercato mondiale e quindi anche gli stabilimenti ENI italiani di Margera, Ferrara e Ravenna. Il biocombustibile prodotto dalla multinazionale italiana, a partecipazione statale, sará venduto alla marina militare italiana e ora anche statunitense.

In Italia c'è ancora bisogno di sapere e di informare sulle devastanti conseguenze ambientali e sociali della produzione di agrocombustibili. Lo dimostra il fatto che in tantissimi pur avendo una raffineria che brucia olio di palma - 22.000 tonnellate sono giá arrivate via nave a febbraio – a pochi kilometri da casa hanno ammesso di non sapere nulla.

L'evento di sabato 29 marzo è un primo passo che ha iniziato un cammino di collaborazione e informazione con diverse organizzazioni italiane che hanno deciso di farsi sentire e di chiedere all'Italia e all'Europa di fermare la distruzione ambientale del mercato dell' olio di palma e dei biocombustibili.

"L'Italia grazie agli incentivi dell'Unione Europea per l'utilizzo e la produzione di agrocombustibili ha la sua parte di responsabilità in quanto paese membro" afferma Elisa Norio di Salviamo la Foresta. Solo i cittadani informati e coscienti possono esigere un cambiamento ormai necessario, per salvare le foreste, il clima e la vita di persone e animali.

Successivamente, il 31 di marzo, quasi in coincidenza con la manifestazione contro il comportamento contrario all'ecologia della multinazionale, l'attuale amministratore delegato di ENI è stato condannato in primo grado per danni ambientali causati dalle emissioni della centrale termoelettrica di Porto Tolle (RO), quando si trovava ai vertici di Enel. La necessità di fermare l'attivitá della raffineria “verde” è ancora più urgente adesso, per il bene di tutti e di tutto.