Usa: la Corte Suprema respinge l’appello della Chevron per danni ambientali in Ecuador

Inquinamento da petrolio nell’Amazzonia equatoriana

20 nov 2012

La Corte Suprema degli Stati Uniti, organo supremo della giustizia USA, ha respinto l’appello presentato dalla Chevron che avrebbe sospeso la sentenza gia’ emessa a suo sfavore, nella quale si evidenzia la sua responsabilita’ per danni ambientali causati nell’Amazzonia in Ecuador. Le obiezioni presentate da Chevron rimangono prive di fondamento.

La Corte degli Stati Uniti ha negato la richiesta della Chevron, in quanto inammissibile, successivamente all’appello presentato dalla compagnia petrolifera rispetto alla pronuncia della seconda Circoscrizione di New York, che ha rivisto la pronuncia del Giudice Lewis Kaplan, che in una decisione senza precedenti ne’ fondamento, stabili’ che nessuna sentenza proveniente dalle Corti ecuatoriane potesse essere attaccata da altri paesi del mondo.

L’azione legale, poi fallita, di Chevron voleva impedire l’esecuzione della sentenza in paesi diversi dall’Ecuador. Questa pretesa era vitale per la compagnia, poiche’ non potendo disporre in questo paese di beni capaci di soddisfare il totale della condanna imposta dalla Corte Provinciale di Sucumbios, si e’ vista costretta ad iniziare azioni legali per fermare la sentenza in Canada e Brasile. Quanto accaduto non esclude, ovviamente, la possibilita’ di iniziare azioni legali successivamente a quelle presentate dalla compagnia, in altre giurisdizioni, ha comunicato Juan Pablo Saenz, esponente dell’equipe di avvocati dei denuncianti.

I tentativi di Chevron di sfuggire alle proprie responsabilita’, sostenuti dal giudice federale di New York Lewis Kaplan, sono iniziati a marzo del 2010, producendo l’indignazione del corpo giuridico di tutto il mondo, poiche’ proibire che la sentenza equatoriana costituisse giurisprudenza nel resto del mondo, avrebbe costituito una chiara violazione alla sovranita’ degli stati, spiego’ Saenz. L’avvocato ha evidenziato, inoltre, che all’assurda decisione non venne data esecuzione dalla Corte d’Appello del Secondo Circuito, per questo la compagnia petrolifera ricorse alla Corte Suprema degli Stati Uniti per fermare l’esecuzione della sanzione della sentenza.

Con quest’ultima sentenza la Chevron non puo’ appellarsi a nessun’ altra istituzione degli Stati Uniti. Saenz ha ricordato come questa decisione rappresenti un ulteriore ostacolo per la compagnia petrolifera, in quanto negli ultimi due anni ha dovuto accettare sentenze avverse da parte di 18 tribunali in prima istanza e quattro tribunali d’appello, che non hanno ammesso o hanno rifiutato di esaminare le richieste presentate dalla compagnia per evitare di pagare la sanzione che la condanna a pagare 19 milioni di dollari che le ha imposto la corte Provinciale di Sucumbios dell’Ecuador.

In rappresentanza delle comunita’ che hanno subito danni da Chevron, il leader Cofan, Humberto Piaguaje, ha affermato che si sente soddisfatto per la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, poiche’ dimostra che dopo decenni di battaglie le corti di diversi paesi del mondo “ci danno ragione”. Con queste decisioni “il nostro sogno che la Chevron paghi per i crimini commessi nei nostri territori, saranno realta’ molto presto”, ha dichiarato.

L’esecuzione della sentenza che prevede il pagamento di oltre 19 milioni di dollari continuera’ a farsi valere in diversi paesi, affermano gli avvocati dell’accusa.

La giustizia argentina impone l’embargo degli utili della Chevron

Un giudice argentino ha ordinato l’embargo degli utili di Chevron in questo paese in corenza con la denuncia per danni ambientali presentata in Ecuador contro la compagnia petrolifera statunitense.
 
L’avvocato dell’accusa in Argentina, Enrique Brunchou, ha dichiarato che l’ammontare dell’embargo corrisponde a 19 milioni di dollari copre, unitamente ad altri utili, tutto l’ammontare delle azioni di Chevron in Argentina.

“In questo momento ci sono in giro ufficiali giudiziari che notificano molteplici embargo per Chevron Argentina”, ha detto l’avvocato da fonti giornalistiche internazionali.

Bruchou ha precisato che la meta e’ ottenere i 19 milioni di dollari che due tribunali delle’Ecuador hanno ordinato di pagare a Chevron per danni ambientali, fuori da questo paese, poiche’ nel paese andino la Chevron quasi non ha utili.

Gli avvocati dell’accusa hanno evidenziato come l’embargo imposto in Argentina e’ stato decretato su richiesta della Giustizia equatoriana basandosi sulla Convenzione Interamericana sul Compimento delle Misure Cautelari.

L’embargo, ha specificato Bruchou, corrisponde al cento per cento delle azioni di Chevron Argentina, dei suoi dividendi e della quota di partecipazione nella compagnia Oleoductos del Valle (14 por ciento).

Corrisponde inoltre al 40 per cento delle vendite di petrolio della compagnia alle raffinerie e al 40 per cento dei fondi della compagnia depositati nelle banche argentine.

L’avvocato ha evidenziato che la decisione adottata dalla giustizia argentina “e’ un faro nella conservazione dell’ambiente” e ha anticipato che gli indigeni e i coloni dell’amazzonia che lui rappresenta, stanno cercando altre condizioni di embargo in Colombia, Asia, Australia ed Europa.

Lo scorso 16 ottobre un giudice equatoriano ha ordinato l’embargo della multinazionale nel pease andino, pero’ questo raggiunge l’ammontare di soli 200 milioni di dollari, tenedo in conto gli utili delle sue filiali, stando ai calcoli dei denuncianti.

Per questa ragione sperano di poter recuperare all’estero gli oltre 18 milioni di dollari, che due tribunali equatoriani hanno imposti di pagare a Chevron per i danni ambientali.