Nuova vittoria legale per Máxima Acuña e la sua famiglia

Máxima Acuña sulla sua terra Máxima Acuña nella sua terra, la zona del conflitto con la Miniera Yanacocha (© Goldman Environmental Prize)

16 mag 2017

La Corte Suprema ha dichiarato infondato il ricorso in cassazione presentato dalla Minera Yanacocha contro la sentenza di assoluzione a favore della famiglia Chaupe per il reato di usurpazione aggravata nel 2014. La sentenza è stata letta il 3 maggio scorso.

xima Acuña è una contadina che vive a nord del Perù che ha affrontato un conflitto per la proprietà della sua terra iniziato dalla società mineraria Yanacocha.

Yanacocha è una delle miniere d'oro e di rame più grande del mondo.

Per diversi anni con la sua famiglia ha sofferto a causa delle aggressioni, le intimidazioni e le molestie. In diverse occasioni il personale di sicurezza della società Yanacocha ha distrutto i suoi raccolti e ucciso i suoi animali. Questa è la modalità con la quale la società Yanacocha reclama la proprietà della terra della famiglia Chaupe.

La Corte Suprema di Giustizia ha dichiarato infondato il ricorso presentato in cassazione dalla Minera Yanacocha contro la sentenza di assoluzione per il reato di usurpazione aggravata nei confronti della famiglia Chaupe, del 2014. La nuova sentenza è stata letta il 3 maggio.

Con questa assoluzione in cassazione, il procedimento penale avviato dalla Minera Yanacocha in relazione al reato di usurpazione aggravata contro la famiglia Chaupe si chiude definitivamente. Tuttavia, la famiglia di Máxima deve affrontare altri processi: come i processi di tipo civile per la controversa disputa della proprietà del terreno sul quale la società mineraria vorrebbe iniziare i lavori, così come altri procedimenti penali che vedono accusa la famiglia accusata di nuove usurpazioni. Alcuni  di questi sono già stati depositati.

Dal canto suo, la famiglia ha avviato cause legali per aver subito la violazione della libera circolazione e della privacy. La famiglia Chaupe è sempre sotto controllo con telecamere e droni, ed è limitata nel transitare liberamente dentro e fuori dalla propria terra.

Immediatamente dopo l’entusiasmo e il sollievo iniziali Carlos Chaupe, il figlio più giovane della famiglia Chaupe-Acuña, ha denunciato, solo due giorni dopo, che la società lo avrebbe trattenuto davanti al cancello della proprietà per non lasciarlo andare a casa sua. I vigilantes della società mineraria hanno sostenuto di avergli negato il passaggio "per non portare con se la sua carta d'identità."

 

Fonte: Grufides

Ulteriori informazioni

Intervista con l'avvocata di Máxima Acuna, Dr. Mirtha Vásquez 

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