Fermiamo la violenza del settore minerario, legale ed illegale

Protesta contro l'estrazione mineraria nella parrocchia di Buenos Aires, cantone Urcuquí, provincia di Imbabura, Ecuador. Una comunità unita nel rifiuto totale dell'estrazione mineraria (© Bonaerenses Unidos Protectores del Ecosistema - BUPROE) Una fila di camion della compagnia mineraria tenta di entrare nella comunità di Buenos Aires, Urcuquí, provincia di Imbabura (Ecuador). La compagnia mineraria Hanrine tenta di entrare nella comunità (© Bonaerenses Unidos Protectores del Ecosistema - BUPROE) Accampamento costituito in prossimità delle miniere illegali nella parrocchia Buenos Aires, cantone Urcuquí, provincia Imbabura (Ecuador). Nel 2017 si è registrata una crescita incontrollata delle dimensioni dell’accampamento costruito per ospitare le persone dedite all'estrazione mineraria illegale. (© Bonaerenses Unidos Protectores del Ecosistema - BUPROE)

A nord dell' Ecuador la comunità della parrocchia di Buenos Aires resiste pacificamente contro una compagnia mineraria che vuole estrarre oro e rame nelle montagne. Alle autorità chiede di garantire il rispetto alla consultazione, dei diritti umani e la decisione della comunità di opporsi all'estrazione. Unitevi a questa petizione.

News e aggior­namenti Lettera

CA: Ministero dell'Ambiente; Ministero delle Risorse Naturali Non Rinnovabili; Sindaco del Comune di Urcuquí; Tirone Vega Gaybor; Ministero del Governo della Provincia di Imbabura, Governatore M.ª Gabriela Jaramillo Puente; Consiglio Parrocchiale; Polizia Naz

“Garantire la consultazione e il rispetto dei diritti umani nel cantone di Urcuquí, Parrocchia di Buenos Aires (Imbabura), in Ecuador. Rispettate la comunità.”

Leggi tutta la lettera

La scoperta dell’oro in un territorio fomenta l’estrazione mineraria illegale. Gli abitanti di La Merced de Buenos Aires sono vigili e determinati nel difendere il loro territorio da una miniera a cielo aperto su larga scala. Un'attività mineraria distruttiva e inquinante che ha già danneggiato gravemente la terra, i fiumi e la vita pacifica basata sull'agro-silvicoltura. 

Al momento, la situazione è complessa.

Lunedì 19 aprile 2021, la parrocchia ha vissuto una nuova invasione. Per ragioni di sicurezza, le testimonianze sono anonime. Gli abitanti denunciano che la compagnia HANRINE, filiale in Ecuador dell’australiana Hancock Prospecting, ha iniziato ad intimidire la popolazione locale per entrare nel territorio della comunità, sostenendo di avere i documenti in regola. Le cose però non stanno così. Infatti, la Coalizione delle Organizzazioni per i Diritti Umani dell'Ecuador afferma che la compagnia non ha i permessi previsti dalla legge, come la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), e l’approvazione dal Ministero dell'Ambiente e dell'Acqua. Secondo un rapporto del Controllore Generale dello Stato (2020) la concessione per estrarre oro e rame è stata emessa quando il catasto minerario era chiuso.

La popolazione di Buenos Aires ha dato vita ad una protesta pacifica, riunendosi e bloccando la strada. In seguito ha organizzato una veglia a tempo indeterminato (vedi video), e attualmente sorveglia l'unica via d’accesso, senza far passare i mezzi dell'azienda.

Ci troviamo in pieno conflitto minerario, come spesso accade con questa industria distruttiva. Per favore, firmate la petizione urgente alle autorità ecuadorianee alla compagnia mineraria per dire loro di rispettare la decisione della comunità, e che il mondo li sta osservando. Aiutateci a diffondere questo messaggio.

Infor­mazioni

La presenza della polizia e dei militari fa temere che qualsiasi provocazione possa scatenare uno scontro con cui giustificare la repressione violenta e facilitare il passaggio dei lavoratori della compagnia mineraria transnazionale. "Difenderemo i fiumi, i torrenti, le montagne, gli animali e tutto ciò che si trova nella nostra parrocchia fino alle ultime conseguenze", dicono i difensori della terra", ratificando la loro protesta pacifica.

Dal 2017, in ripetute occasioni, la popolazione si è espressa contro l'estrazione mineraria.

L'estrazione mineraria illegale, che ha afflitto la zona, ha attirato fino a 5.000 cercatori d'oro illegali e membri di gruppi armati e criminali, causando gravi impatti sulla sicurezza della popolazione e sulla montagna, che ha sofferto per le perforazioni. Durante un'operazione di sfratto dei minatori illegali, le autorità hanno trovato mulini, motori, vasche di macerazione con prodotti chimici, bombole di gas e carburante e carrucole per trasportare l'oro.

Finora, contrariamente a quanto riportato dalla stampa - che non fa nulla per fermare l’assimilazione la popolazione della zona all'attività mineraria illegale - le comunità hanno collaborato con la polizia in diverse operazioni contro le miniere illegali, anche di recenti. Però, i minatori illegali sono sempre in libertà e questo è scandaloso.

Questa situazione non farà che peggiorare con le cosiddette miniere legali su larga scala e a cielo aperto. La società Hanrine ha concessioni di circa 23.000 ettari.

"Lo stato ci ha chiamato [gli integranti della comunità] terroristi, minatori illegali, anti-minatori" e "ci sentiamo in grave pericolo perché hanno ritirato la protezione della polizia e dell'esercito" che consisteva in un posto di blocco per impedire l'ingresso dei minatori illegali. Però, questa misura di protezione è stata rimossa lasciando il libero accesso ai camion della compagnia mineraria, alcuni carichi di macchinari. I camion hanno trasportato anche lavoratori - fino a 120 persone – che non hanno legami con il territorio. Inoltre, sono giunti due autobus con circa 50 poliziotti e un gruppo di soldati. Durante la pandemia di COVID19, questo afflusso  esterno di persone ha accentuato pericolosamente il rischio sanitario per la comunità.

L'ufficio del Difensore Civico ha anche emesso un avviso in cui si afferma che nonostante le azioni intraprese negli ultimi giorni e la presenza della polizia "la situazione sta gradualmente peggiorando". Inoltre, aggiunge che "la responsabilità di proteggere i diritti delle persone e della natura, così come quella di controllare e regolare l'attività mineraria in Ecuador" è dello Stato; pertanto "affrontare il problema minerario a Buenos Aires richiede un coordinamento interistituzionale".

"I minatori dicono che non hanno intenzione di ritirarsi perché hanno portato il loro personale e i loro macchinari per iniziare a lavorare, hanno occupato la strada d'accesso con i loro camion e furgoni".

È importante notare che i presunti dipendenti della compagnia hanno eretto un accampamento provvisorio a lato della via pubblica, contravvenendo palesemente alla legge. Inoltre, si può notare che i camion più grandi probabilmente contengono macchinari industriali, suggerendo tutta l'intenzione di dare avvio ad operazioni esplorative di perforazione su terreni privati o statali.

Documenti (versione originale in spagnolo):

Alerta N°81- Parroquia Buenos Aires, cantón Urcuquí, Imbabura (Ecuador) denuncia nuevo intento de invasión de empresa minera ILEGAL HANRINE acompañada de la fuerza pública

Alianza por los Derechos Humanos Exhortamos a que se garanticen y se respeten los derechos a la resistencia y a la protesta en la parroquia de Buenos Aires -Imbabura- durante el estado de excepción 

La Defensoría del Pueblo exhorta a las autoridades competentes a respetar y garantizar el derecho a la resistencia de las y los ciudadanos de La Merced de Buenos Aires en Imbabura 

Lettera

CA: Ministero dell'Ambiente; Ministero delle Risorse Naturali Non Rinnovabili; Sindaco del Comune di Urcuquí; Tirone Vega Gaybor; Ministero del Governo della Provincia di Imbabura, Governatore M.ª Gabriela Jaramillo Puente; Consiglio Parrocchiale; Polizia Naz

Gentili Signore ed Egregi Signori:

Ho appreso che la parrocchia di Buenos Aires e le sue comunità, così come la comunità indigena Awá di Palmira, nel cantone di Urcuquí, provincia di Imbabura, denunciano la violazione dei loro diritti in seguito all'invasione della compagnia mineraria Hanrine.

Manifesto il mio sostegno agli abitanti della parrocchia di Buenos Aires, cantone Urcuquí, e dirigendomi alle autorità chiedo:

- Il loro intervento affinché pongano fine a tutte le azioni di intimidazione contro la popolazione di Buenos Aires e che assistano alle denunce senza criminalizzare, accusare in modo parziale o pregiudicare la comunità nel suo insieme.
- Di fornire spiegazioni esaustive su questa invasione mineraria ingiustificata e pericolosa per molteplici ragioni.
- Di dare conto delle responsabilità ambientali derivanti dall'estrazione mineraria illegale posta in essere fino ad oggi, regolando e controllando tutte le attività che hanno un impatto ambientale, secondo quanto stabilito dalla legge e garantendo il rispetto dei diritti umani e dei diritti della natura, dalla Costituzione e in virtù degli accordi internazionali come la Convenzione 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.
- Di rispettare e garantire nella parrocchia di Buenos Aires il diritto di protesta, la libertà di espressione, di riunione pacifica e di partecipazione politica; e il diritto all'integrità personale e alla salute degli abitanti.
- Di stabilire un dialogo e un tavolo di lavoro tra le parti per ricercare una soluzione a questo conflitto sociale che preveda tra i suoi possibili risultati una consultazione previa, libera e informata sugli impatti legati all'entrata della compagnia mineraria.

Alla polizia nazionale chiedo:

- Di svolgere il loro lavoro e controllare e impedire l'ingresso di compagnie minerarie, dei loro macchinari e lavoratori in questo territorio, per rispospondere alle preoccupazioni dei cittadini, fino a quando la situazione non sarà completamente risolta.
- Di ricevere e farsi carico di qualsiasi reclamo o denuncia.

Per quanto riguarda le Forze Armate presenti nell'area, secondo la Costituzione, la loro missione non è il mantenimento dell'ordine pubblico, essendo questa una funzione che spetta alla polizia nazionale, pertanto lo scopo della loro presenza deve essere chiarito.

Il mondo intero si sta informando e sta guardando quello che succede a Buenos Aires.

In attesa di un vostro riscontro, porgo

Cordiali saluti

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Footnotes

Controllore Generale dello Stato (2020)

Informe-DNA6-0009-2020. Direzione nazionale di audit delle risorse naturali. Ufficio del controllore generale dello Stato. P. 18, 22. del periodo 2016-2019.

Questa petizione è disponible in queste lingue:

111.112 firmatari

Arriviamo a 150.000:

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