
Deutsche Bank rifiuta l’oleodotto
27 mag 2022
Il progetto dell'oleodotto EACOP in Africa è a corto di potenziali finanziatori. Ora anche la Deutsche Bank ha deciso di non partecipare al progetto in Uganda e Tanzania. L'oleodotto presenta notevoli rischi ambientali, è dannoso per la popolazione locale e pregiudica gli sforzi contro la crisi climatica.
L'agenzia di stampa Reuters ha riferito il ritiro di Deutsche Bank dal progetto in vista dell'assemblea generale annuale. Con la sua decisione, Deutsche Bank non è certo un pioniere nel rifiutare progetti dannosi. In precedenza, numerose banche e compagnie assicurative avevano già escluso di finanziare o garantire l'oleodotto per il greggio dell'Africa orientale (EACOP), costato 3,5 miliardi di dollari.
Secondo quanto riporta Reuters, Deutsche Bank non è stata finora coinvolta nel progetto, anche se la banca non ha voluto rilasciare commenti.
Le forze trainanti del gasdotto sono la francese TotalEnergies e la cinese CNOOC. Gli attivisti temono che TotalEnergies possa spingere per la realizzazione del progetto perché l'Europa sta cercando alternative al petrolio proveniente dalla Russia, con la guerra in Ucraina ancora in atto.
L'oleodotto EACOP, lungo 1.445 chilometri, dovrebbe essere riscaldato lungo tutto il percorso perché il petrolio prodotto in Tanzania non fluisce agilmente, essendo viscoso. Questo comporterebbe un ulteriore dispendio di energia ed emissione dannasa di CO2.
Salviamo la Foresta sta conducendo una campagna contro l'oleodotto nell'ambito dell'alleanza StopEACOP. Tra le azioni che ha intrapreso c’è una petizione contro lo sfruttamento petrolifero nel Parco nazionale di Murchison Falls. Potete firmare qui la petizione.
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