Brasile: il territorio resta ai Munduruku

Indigeni Mundurukú durante una manifestazione contro la diga sul fiume Tapajós Il Munduruku difendono il loro territorio (© Mayra Galha)

19 ago 2016

La diga a São Luiz Tapajós non si può costruire. L’ autorità ambientale brasiliana IBAMA ha definitivamente negato la licenza per il progetto in Amazzonia.

Gli indigeni Munduruku hanno vinto la battaglia in difesa del loro territorio Sawre Muybu e della foresta, recentemente lo ha riconosciuto l’autorità FUNAI in attesa della demarcazione. Per anni, il governo ha ignorato i diritti dei popoli indigeni. Numerosi sono stati gli avvertimenti degli ambientalisti e difensori della natura, sulla distruzione di vaste aree di foreste ricche di biodiversità a causa della costruzione della diga; sono parse parole al vento, per diversi anni. La massiccia mobilitazione dei Munduruku in opposizione al progetto e in difesa dei loro diritti ha determinato la cancellazione effettiva del progetto e, questo è stato riconosciuto esplicitamente dall'attuale ministro dell'Ambiente Jose Sarney Filho.

Ora, IBAMA ha respinto definitivamente lo studio di impatto ambientale dell’azienda Eletrobras in quanto ignorava una serie di impatti sociali ed ambientali, tra cui il trasferimento obbligato dei popoli indigeni, gli impatti sulla biodiversità, ecosistemi acquatici, pesci migratori e la pesca ancestrale, le emissioni di gas serra e le implicazioni per le comunità fluviali e le popolazioni urbane a ridosso del fiume. Non hanno, inoltre, preso in considerazione gli effetti cumulativi con altri progetti simili implementatei nello stesso fiume. La diga non può essere costruita, scrive il Folha de São Paulo.

In Brasile e in tutto il mondo ci sono state proteste contro il progetto idroelettrico. Salviamo la Foresta ha raccolto oltre di 178.000 firme con la petizione “Tagliare milioni di alberi per produrre alluminio: diciamo NO!” per chiedere alle società Siemens e Voith di non partecipare al progetto idroelettrico che minacciava parte del Rio delle Amazzoni.

C’ è, però, il rischio che Eletrobras tenti di modificare i piani e vada avanti con il progetto. Inoltre, il governo brasiliano prevede altre 42 dighe sul Tapajós e i suoi affluenti - che distruggono aree forestali e non rispettano i diritti delle popolazioni indigene. "Ora ci impegniamo nel denunciare le altre centrali idroelettriche che minacciano la vita del nostro fiume", ha detto il leader indigeno Arnaldo Munduruku Kaba.