Multinazionali europee in Colombia

Tutti concordano nell’affermare: El Quimbo, affare sporco
40.866 firmatari

L'impresa italo - spagnola Endesa - Enel dice di produrre "energia verde". Contadini e pesacatori colombiani no la pensano cosi': si oppongono a questo megaprogetto idroelettrico El Quimbo.

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CA: Autorita’ dell’Unione Europea

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La catena umana in protesta al progetto e' stata fatta sgomberare violentemente.

In una pubblicazione informativa via web sul progetto El Quimbo, l’impresa EMGESA dice di impegnarsi “socialmente con la comunita" e di adattare le sue “strategie impresariali per la conservazione dell’ambiente”. Nulla di piu’ lontano dalla realta’. Per il progetto idroelettrico sono stati sottratti 7500 ettari di Riserva Forestale dell’Amazzonia.

Dal 6 marzo, questa filiale delle multinazionali ENDESA - spagnola - e ENEL - italiana- pugnala al cuore le Ande e l’Amazzonia Colombiana. Questa data e’ stata fissata per iniziare la deviazione del corso del Rio grande de La Magdalena. Questa arteria percorre gran parte della Colombia, serve per il trasporto fluviale di persone e merci e garantisce la fertilita’ delle ricche vallate che la circondano, costituendo un serpeggiante cammino di 1.500 km. Tutto il territorio ha una grande ricchezza archeologica, culturale, sociale e storica. Per il progetto idroelettrico sono stati sottratti 7500 ettari di Riserva Forestale dell’Amazzonia.

Con il progetto idroelettrico non ci sara’ algun beneficio per le popolazioni della regione. Nemmeno per il popolo spagnolo o italiano che soffrono per la profonda crisi attuale che loro stessi pagheranno. Intanto le multinazionali europee possono andare all’estero a saccheggiare i territori altrui senza alcun controllo, distruggendo l’ambiente, espropriando la popolazione locale. L’imminente ratifica del TLC (trattato di libero commercio) con la Colombia, accentuera’ pesantemente questo tipo di situazioni. Per protestare, firma la lettera qui di seguito con i dati relativi. Grazie.

Per saperne di piu’ sul progetto idroelettrico del Quimbo e le responsabilita’ di ENEL.


 

Lettera

CA: Autorita’ dell’Unione Europea

Egregi Signori

Sono profondamente preoccupato poiche’ il governo colombiano ha represso con la violenza, con gas lacrimogeni e granate le proteste dei contadini e dei pescatori del municipio del Huila, che si oppongono pacificamente alla costruzione della diga de El Quimbo. La loro opposizione non e’ immotivata. Questo progetto distruggera’ le loro fonti di vita e per questo motivo chiedono che i loro diritti siano rispettati.

Nonostante l’accordo del 17 gennaio tra il governo e la comunita’ per convocare un’assemblea pubblica per verificare se la multinazionale italo - spagnola ha rispettato la licenza ambientale, non c’e’ stato il rispetto dello stesso da parte del Ministero dell’Ambiente colombiano.

Invece, l’inizio della deviazione del corso del Rio de La Magdalena e’ programmato per il 20 febbraio 2012. La deviazione del fiume causera’ enormi danni, derivanti dalla distruzione irreversibile del principale bacino idrologico del paese e la conseguente innondazione di migliaia di ettari fertili e produttivi. Le argomentazioni delle comunita’ colpite non sono state prese in considerazione.

Questo non e’ un caso isolato. Dalla Patagonia al Guatemala, altre comunita’ si sono opposte con le stesse modalita’ a progetti simili delle stesse imprese. La ratifica del TLC - in questo caso con la Colombia - incentrato su questioni puramente commerciali, non tiene in considerazione la situazione reale dei diritti umani dei colombiani e delle colombiane. Per altro, facilitera’ ancora di piu’ l’intervento di imprese europee in questo paese, con condizioni che priorizzano gli interessi delle multinazionali a discapito di quelli delle popolazioni locali. Il TLC e’ stato negoziato senza consultare la popolazione. La societa’, l’agricoltura nazionale e l’ecologia saranno, come dimostra il caso del progetto de El Quimbo, notevolmente compromesse. Per favore intervengano oggi stesso per fermare El Quimbo affinche’ la licenza ambientale venga analizzata a fondo. Per questo e molti altri casi simili, non ratificate il trattato di libero commercio (TLC).

Grazie. Distinti saluti.

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