Più olio di palma = più deforestazione

Piantagioni di palma da olio in Perù Espansione della coltivazione della palma da olio in Perù (© Rettet den Regenwald / Mathias Rittgerott) Deforestazione per la coltivazione della palma da olio in Indonesia Effetti della deforestazione per fare spazio alle piantagioni di palma da olio in Indonesia (© SOB)

16 mag 2022

L'Indonesia è il più grande produttore di olio di palma al mondo e quindi protagonista della deforestazione. Ora sta chiudendo le esportazioni a causa della carenza di oli vegetali causata dalla guerra russa in Ucraina oltre a fattori climatici. Riteniamo che la necessità di produrre oli vegetali possa portare ad un aumento della deforestazione in altre parti del mondo, questa la nostra analisi.

Cos’ha causato la carenza di prodotti negli scaffali dei supermercati: il panico per la carenza o una carenza oggettiva? In ogni caso, la fame sfrenata di scorte di olio vegetale può avere conseguenze globali sulle foreste e sulla deforestazione. Molti mercati richiedono oli vegetali come l'olio di palma, facendo lievitare i prezzi e ponendoli come un'opportunità commerciale di cui molti vorranno approfittare. Le preoccupazioni per le "catene di approvvigionamento" sono diventate un luogo comune, avendo dimostrato la loro fragilità durante la pandemia e anche con la guerra.

 

Carenza globale di oli vegetali

Poiché l'Indonesia ha dovuto affrontare una carenza di olio vegetale  – soprattutto di semi di girasole e colza importati da Ucraina e Russia - nel proprio mercato interno, il presidente Joko Widodo ha fatto dell'approvvigionamento dell’olio di palma per la popolazione "la priorità assoluta". Per questo, a gennaio ha iniziato a limitare le esportazioni. Dopo che i prezzi sono saliti del 70% nelle ultime settimane - fino a 26.000 rupie (1,71 euro) - il ministro delle Finanze indonesiano, Airlangga Hartarto, ha esteso il divieto a tutte le esportazioni di olio di palma raffinato (da cucina) e grezzo a partire dal 28 aprile. Oltre alla scarsità, si sta cercando di controllare i prezzi, dato che l'olio di palma è un bene di prima necessità in Indonesia. Le cause, tuttavia, sono più complesse e altri fattori, come le elezioni e un ambizioso programma di biocarburanti in crescita, possono giocare un ruolo importante.

Secondo l'Associazione dei produttori di olio di palma (GAPKI), l'anno scorso l'Indonesia ha esportato un totale di 34,2 milioni di tonnellate di olio di palma sui 51,3 milioni di tonnellate prodotti. Circa il 30% delle esportazioni totali di olio vegetale nel 2021. Jakarta prevede di riprendere le esportazioni quando il prezzo all'ingrosso dell'olio da cucina scenderà a 14.000 Rp.

 

Aumenterà l'espansione delle monocolture di palma in altre regioni?

La carenza di questo prodotto ha ovvie conseguenze sui prezzi dell’olio alimentare, che stanno raggiungendo livelli storici. Sebbene la risposta immediata a questa carenza sia la ricerca di altri oli vegetali come la soia o la colza, questa mancanza di oli vegetali avrà senza dubbio conseguenze globali significative per le foreste pluviali tropicali. 

Il secondo produttore mondiale di olio di palma, la Malesia, conta di approfittare di questa crisi per aumentare le vendite - e le entrate - e dovrà anche aumentare la produzione. Ma ci sono delle implicazioni: i terreni agricoli nelle regioni con foreste pluviali sono limitati. L'espansione della monocoltura della palma da olio porta inevitabilmente alla deforestazione. Non per niente l'espansione delle monocolture industriali, come quella dell'olio di palma, causa quasi il 50% della deforestazione mondiale. La Malesia potrà aumentare la sua produzione al massimo di 1 milione di tonnellate, in linea con la forza lavoro disponibile.

Qualcosa di simile sta accadendo in Sud America per quanto riguarda il lavoro. In Brasile, il presidente Bolsonaro ha dichiarato di voler aumentare la produzione di olio vegetale nella prossima stagione. Inoltre, la situazione climatica, una siccità che influisce sui raccolti, ha portato altri Paesi della regione a seguire l'esempio dell'Indonesia e a limitare le esportazioni. È il caso dell'Argentina e della sua produzione di olio di soia.

D'altra parte, in Colombia, uno dei principali produttori di olio di palma del Sud America, le vendite interne di olio di palma hanno raggiunto il record di 118.000 tonnellate nel marzo 2022. La Colombia ha aumentato la sua produzione del 12% nel 2021 rispetto all'anno precedente e di un ulteriore 12,7% nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche in Perù si prevede un aumento della produzione di olio di palma, dichiarato settore strategico per il Paese. 

Questo apre la porta ad altri Paesi che mirano ad espandere le monocolture di palma per produrre olio. Non è possibile a breve termine, ma lo stimolo economico per farlo c'è e il pericolo della deforestazione è reale. L'industria dell'olio di palma sta crescendo tra discorsi di sostenibilità, che spesso non corrispondono alla situazione reale dei territori, dove esistono ecosistemi fragili e popolazioni vulnerabili. Va ricordato che la palma da olio cresce solo nelle regioni tropicali. Le organizzazioni partner di Salviamo la Foresta nel Sud e Mesoamerica hanno notato un aumento delle coltivazioni e degli impatti ad esse associati ed esprimono grande preoccupazione. Nel frattempo, in Honduras, l'industria applaude i prezzi elevati dell'olio di palma nei mercati e manifesta l'intenzione di espandere la propria attività nel settore.

Tutti questi problemi potrebbero portare a un'espansione della coltivazione della palma da olio anche in Indonesia.

Il problema di fondo è quello che Salviamo la Foresta ha tradizionalmente affrontato: la produzione di monoculture industriali su larga scala è un modello di accaparramento della terra e di distruzione della foresta pluviale, che porta anche allo sfollamento delle popolazioni che dipendono dalla foresta e ad altre violazioni dei diritti umani.

Noi di Salviamo la Foresta difendiamo le foreste pluviali, la natura e la sua biodiversità e siamo assolutamente contrari a questo modo di produrre la palma da olio. La crisi globale dovrebbe servire a pensare a nuove forme di relazione tra i popoli e con la natura, e non essere usata come scusa per perpetuare questo tipo di modello economico basato sulla distruzione e sulla deforestazione.

 

Alcuni dati utili: 

  • La guerra minaccerebbe l'80% dell'offerta mondiale di olio di girasole, influenzando i mercati mondiali degli oli vegetali. Lo stesso vale per le restrizioni indonesiane sulle esportazioni di olio di palma.

 

  • L'aumento della domanda di olio di palma si spiegherebbe come un tentativo di compensare il calo delle esportazioni di olio di girasole e di colza dall'Ucraina.

 

  • Il prezzo dell'olio di palma grezzo è aumentato almeno del 10%; i prezzi internazionali degli oli di girasole e di soia sono aumentati di oltre il 20% dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.

 

  • I fattori che hanno determinato l'aumento dei prezzi degli oli vegetali sono, oltre alla guerra russa in Ucraina, le restrizioni alle esportazioni, i cattivi raccolti, la carenza di manodopera, l'aumento della domanda di produzione alimentare ed energetica.

 

  • La decisione dell'Indonesia toglie dal mercato globale 600.000 tonnellate di olio di palma alla settimana.
  • L’Italia ha importato 1,7 milioni di tonnellate di olio di palma nel 2014 (Coeweb ISTAT).